Com'io divenni allor gelato e fioco,
nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo,
però ch'ogne parlar sarebbe poco. . .
[Inferno XXXIV, vv. 22-24]
Eppure, se ne parla. Il diavolo non è un mistero lontano dall'essere umano, ma è un essere vicino, distante non più di una mano tesa nel buio. Confrontarsi con esso vuol dire porsi di fronte a ciò che di più caotico, torbido e nocivo possa dominare il creato, ma la mente umana è in grado di farlo; lo è sempre stata.
Emanuele Gualerzi costruisce una scena teatrale su un palco vuoto, sedendosi di fronte al demonio e interrogandolo, con tutta l'intimità e la sincerità che l'animo può conoscere.