Mach fu uno dei più influenti filosofi della scienza del periodo a cavallo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, benché le sue opere non siano state immediatamente accettate dalla comunità scientifica.
Egli fu il primo pensatore ad applicare alla fisica il metodo di analisi storico-critica che tanto efficace si era dimostrato nello studio delle discipline umanistiche. Fu precursore dei dibattiti della fisica contemporanea nel suggerire implicitamente che una teoria fisica soddisfacente debba essere una teoria cosmologica. Lottò, da autentico positivista, per l'eliminazione degli elementi metafisici ancora presenti nelle teorie fisiche; in particolare, criticò la nozione di spazio assoluto (il sensorium Dei newtoniano), aggiudicandosi un posto di rilievo tra i precursori della teoria della relatività.
Mach scrisse questo testo nel 1886. Egli fu un pioniere nell'esplorazione sperimentale rivolta allo studio delle percezioni umane. La percezione umana è quel processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali (dalle sensazioni) dotati di significato. Mach non ritiene idoneo il metodo di analisi delle percezioni usato dai suoi predecessori ed instaura un nuovo metodo, legato essenzialmente alla osservazione scientifica, eliminando tutto ciò che si sottrae al controllo dell'esperienza, in particolare le ipotesi solo metafisiche che nulla hanno a che fare con l'esperienza.
Egli rifiuta la distinzione netta fra campo fisico e campo psichico. A suo avviso l'analisi psicologica delle sensazioni ha analoghi particolari del processo fisico nervoso. La fisica non è una materia a sé tante, sempre secondo il pensiero di Mach, ma è parte di una scienza più ampia e più generale.