Bianco è un ladro, questo è certo. Il falsario più ricercato d'Italia, anche. Il più sagace, sosterrebbero alcuni. Il più elegante, affermerebbero i giornali che per lui hanno coniato lo pseudonimo: L'Uomo in tweed.
Sicuramente il meno avido, racconterebbe chi con lui ha condiviso gioie e dolori di un'avventurosa vita al di fuori della legge.
Eh sì, perché non è il luccichio del metallo prezioso ciò che anima le sue gesta, bensì la più torbida delle pulsioni umane: la curiosità.
In questo senso, ogni sua insolita refurtiva nasconde un tesoro dal valore immenso. Esistono oggetti di uso comune che racchiudono al loro interno storie di vita tragiche, incredibili e talvolta inenarrabili: ed ecco che l'oggetto in questione diventa un simbolo, una testimonianza, l'unica via d'accesso alla verità.
Coinvolto in una pericolosa e rocambolesca avventura dopo l'altra, Bianco può contare sul giusto gruppo di amici, molta pazienza e una buona dose di intuito, come racconta il suo più caro amico Rocco Pedrelli al poliziotto che li ha perseguitati per vent'anni.