Madri allo specchio, nata dal concorso letterario indetto dall'associazione Cultura al Femminile, è un'antologia in prosa e versi che si scontra con tutti i temi della maternità. Quelli veri, spesso duri: dolore, amore, rinuncia, abnegazione, sopravvivenza, dedizione totale, amore, dolore, disperata ricerca di libertà.
Neppure una riga si impantana nella palude dei luoghi comuni: della felicità di essere mamma, del completarsi di una donna nella maternità.
La maternità mostra tutta la gioia, ma anche le paure, l'amore, e il dolore, ma anche quel desiderio inconfessabile di prendere le distanze. Le distanze, da quello che hai dentro, le distanze da quello che dovresti essere e proprio non ce la fai. Da quel "sei tu inadeguata".
Oppure è inadeguata la vita che non ti concede mai un giorno di pausa? O sono inadeguati quelli che ti circondano, che ti ballano intorno e possono gridare come allo stadio, ma non capiscono che sei dentro una battaglia, che sei tremendamente prigioniera di te stessa?
È qui che ci vuole più coraggio. È qui che una donna può sentire nelle sue vene la forza di una tigre. È qui il dilemma: restare donna che abita la sua indispensabile libertà o distanziarsi senza soffocare nell'abuso di maternità, una guerra interiore molto complessa, che come tutte le guerre, lascia indietro le sue vittime, e segna con le sue ferite. Di quelle che non rimarginano mai.